Fuori dai confini by Antonio Nicaso Nicola Gratteri & Antonio Nicaso

Fuori dai confini by Antonio Nicaso Nicola Gratteri & Antonio Nicaso

autore:Antonio Nicaso Nicola Gratteri & Antonio Nicaso [Nicola Gratteri, Antonio Nicaso]
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-10-20T12:00:00+00:00


VII

Roma e i centri di potere

Roma – «città fortunata, invincibile ed eterna», come la definì Tito Livio – è reliquia contemporanea di un mondo antico che possiede tre millenni di storia. Un tempo prima metropoli d’Occidente, oggi si espande per ben 1287,36 km2 su sette colli e vasti terreni intrisi di antichità. Si è conquistata il titolo di comune più esteso d’Italia e dell’Unione europea, ma anche di quello più verde del Vecchio Continente. Tra le sue mura, la capitale ospita una delle sette meraviglie del mondo, il Colosseo, e anche se oggi la fama della città eterna è stata offuscata da diversi problemi di ordine amministrativo e politico, Roma conserva ancora la memoria della sua vecchia gloria, e quella di gioiello inespugnabile.

Bisogna fare un salto indietro nel tempo fino al 20 settembre 1870 per assistere alla sua conquista, quando l’esercito italiano aprì nelle mura aureliane un varco di circa 30 metri, la famosa «breccia di Porta Pia», difesa simbolicamente dai soldati del papa. Alle ore 10 del mattino di quel 20 settembre, quando il sole era già alto nel cielo, spuntarono due bandiere bianche, una su San Pietro e una su Castel Sant’Angelo: il papa si era arreso. L’anno successivo la città divenne la capitale d’Italia, proprio come aveva previsto Cavour una decina di anni prima: «Ho detto e affermo ancora una volta che Roma, Roma sola deve essere la capitale d’Italia».

Negli ultimi anni Roma è diventata «città aperta», una zona libera, teatro criminale di diverse attività mafiose, che non rivendicano il controllo militare esclusivo sul territorio, ma cercano di evitare lo scatenarsi di conflitti, guerre tra cosche, che potrebbero attirare l’attenzione della polizia e ostacolare gli affari.

Fin dai tempi della Banda della Magliana, la prima organizzazione criminale romana che è riuscita a unificare l’articolata realtà della malavita locale (allora riunita in piccoli gruppi delinquenziali chiamati «batterie»), la capitale ha ospitato un mosaico di organizzazioni criminali diverse, ognuna con il proprio business e la propria piazza di spaccio, ma nessuna con in testa l’idea di creare steccati per scontrarsi con le altre. Tutte le mafie si sono limitate, infatti, ad avere rapporti con la malavita locale e a gestire i propri affari nell’ombra. La banda di Romanzo criminale, per esempio, è arrivata a collaborare con Cosa nostra e con alcuni clan della camorra, senza mai rivendicare il completo controllo sul territorio romano. C’era la convinzione che la città eterna non potesse essere dominata da nessuno, che Roma fosse solo di Roma.

Nel 2022 un’operazione della DIA ha demolito questa certezza, facendo crollare anche l’ultimo baluardo della capitale. I tempi di «Roma città aperta» e di «a Roma c’è posto per tutti» sembrano finiti. O, almeno, così si teme. La ’ndrangheta, ancora una volta, ha rimescolato le carte. Questo non significa che la mafia calabrese sia diventata egemone su tutto il territorio capitolino. Ha solo voluto mettere un puntello: «Roma è anche nostra. E qui siamo venuti per restarci».

La presa di Roma, comunque, non è avvenuta con un’entrata in scena in



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